La nostra storia

ADV è la continuazione del progetto precedentemente denominato EDV Italy Project, nato il 31 maggio 2013, grazie ad un accordo siglato fra l'allora Magnifico Rettore Marcello Fontanesi dell’Università degli Studi Milano-Bicocca e la Baroness Patricia Scotland, fondatrice e presidente di Eliminate Domestic Violence Global Foundation (EDV GF).



Marina Calloni, professoressa in Filosofia Politica e Sociale, è stata nominata coordinatrice del progetto, presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, e “Acting Ambassador” in Italia per EDV GF. Le attività del primo anno sono state garantite grazie alla devoluzione dei proventi derivanti dalla vendita del libro Il male che si deve raccontare (Feltrinelli, 2013), scritto da Simonetta Agnello Hornby con Marina Calloni e grazie alla collaborazione fattiva della casa editrice Feltrinelli.

L’iniziale obiettivo di EDV Italy Project è consistito nell’introdurre in Italia la missione di EDV GF, attraverso lo scambio di informazioni e buone prassi fra Italia e Regno Unito, lo sviluppo di ricerche ad hoc, ma soprattutto la diffusione del sistema delle Multi-Agency Risk Assessment Conference (MARAC) e della Independent Domestic Violence Advisor (IDVA), un metodo coordinato, integrato e olistico di contrasto alla violenza domestica, attuato nel Regno Unito, con l’obiettivo di individuare le condizioni per una sua eventuale applicabilità in Italia.

Sulla base delle esperienze nazionali e internazionali maturate nel corso del tempo e grazie ai rapporti stabiliti con istituzioni, associazioni, reti e persone interessate, EDV Italy Project è venuta a sviluppare ulteriormente il proprio piano di lavoro, finalizzato al contrasto della violenza domestica.

Eliminate Domestic Violence Global Foundation

La violenza domestica riguarda uomini, donne e bambini di qualsiasi nazionalità, razza, religione e classe sociale. Come tale, è un problema tanto locale, quanto globale che richiede una soluzione complessiva e integrata. La Global Foundation for the Elimination of Domestic Violence (GF EDV) è stata creata proprio per raggiungere questo obiettivo.

Nel Regno Unito, una donna su quattro e un uomo su sei in età adulta sono vittime di violenza domestica. Nel 2003, il Governo britannico ha dato priorità alla riduzione della violenza domestica. Nel 2004 è stato stimato che il costo per questo intervento pubblico era di 23 miliardi di sterline all’anno. Con l’attuazione dialcune politiche mirate, il costo di tale intervento si è ridotto a 16 miliardi di sterline nel 2010. Anche il numero delle morti causate dalla violenza domestica è diminuito drasticamente. Solo a Londra, gli omicidi legati alla violenza domestica sono diminuiti da 49 (nel 2003) a 5 (nel 2010).

Nel mondo una donna su tre è vittima di violenza domestica e in alcune nazioni la stima delle vittime si aggira intorno al 70%. Per questo, EDV intende proporsi come catalizzatore di esperienze e metodi efficaci per promuovere un cambiamento a livello globale.

Spagna e Nuova Zelanda hanno già seguito l’esempio del Regno Unito per migliorare la risposta alla violenza domestica. Negli ultimi anni la Spagna ha conseguito una riduzione dei casi di violenza domestica pari al 25%, a dimostrazione del fatto che grazie a un’azione efficace il mondo può cambiare.

EDV GF lavora con i governi e con altre istituzioni e organizzazioni, al fine di mettere in atto una risposta coordinata contro la violenza domestica. Grazie alla collaborazione con altre agenzie che lavorano in diverse aree geografiche, in vari settori e luoghi di lavoro, EDV è in grado di fornire personale esperto, strumenti e linee guida per il contrasto della violenza domestica.

Partendo dalla constatazione dei costi morali, umani, socio-sanitari ed economici della violenza domestica, l’approccio “olistico” ideato da Scotland si fonda su cinque obiettivi:

1) ridurre il numero degli omicidi legati alla violenza domestica;
2) ridurre la violenza domestica soprattutto nelle zone e nelle comunità con più alta incidenza;
3) incentivare le denunce dei casi di violenza domestica;
4) aumentare il numero dei casi di violenza domestica portati in giudizio;
5) assicurare alle vittime di violenza domestica protezione adeguata e sostegno su tutto il territorio nazionale.

Per ottenere tali scopi, è necessaria l’istituzione di due principali organismi, già sperimentati nel Regno Unito:

1) gruppi di intervento in grado di valutare i rischi per la vittima (MARAC: Multi-Agency Risk Assessment Conference);
2) un/a consulente che segua la vittima subito dopo la denuncia (IDVA: Independent Domestic Violence Advisor).

Per la buona riuscita del sistema di intervento, è fondamentale anche il coinvolgimento di datori di lavoro e imprenditori nella protezione e reintegrazione al lavoro delle dipendenti abusate, come sostenuto dalla Corporate Alliance Against Domestic Violence (CAADV), un’associazione fondata da Scotland nel 2005.

In base a recenti dati, è possibile affermare che l’approccio promosso da Patricia Scotland ha contribuito a contenere sensibilmente il fenomeno della violenza domestica nel Regno Unito.

Nel 2011, con la creazione di Global Foundation for the Elimination of Domestic Violence sono stati fatti notevoli progressi per il raggiungimento di obiettivi primari:

  • Collaborazione con la World Health Organisation, UN Women e Gallup per condurre ricerche sulla violenza domestica a livello globale.
  • Cooperazione col governo turco (nel 2011 è stata firmata a Istanbul la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica di cui Scotland è stata una delle promotrici).
  • Intensa collaborazione con diversi Stati (5 nuovi ogni anno).
  • Partnership per lo sviluppo di ricerche comparate a livello mondiale che forniscano statistiche indipendenti e aggiornate sulla violenza domestica, tali da poter essere utilizzate per ulteriori analisi e la promozione di politiche sociali adeguate.
  • Collaborazione continua con istituzioni internazionali e associazioni locali.
  • Apertura di nuove sezioni di GF EDV.

Baroness Patricia Scotland

Patricia Scotland (Hon Baroness of Asthal QC) è attualmente membro della Camera dei Lord e General Secretary del Commonwealth.

Nata nella Repubblica Domenicana nei Caraibi, è la decima di dodici figli. Trasferitasi da bambina con la famiglia a Londra, ha cominciato la sua carriera come avvocato lavorando con persone e comunità disagiate e diventando poi la prima donna nera a essere nominata nel Queen’s Counsel.

Eletta come deputata nel primo governo Blair, nel 2003 Scotland è stata nominata sotto-segretario al Ministero dell’Interno con delega al sistema della giustizia penale e al contrasto alla violenza domestica. È stata presidente del gruppo inter-ministeriale per la lotta contro violenza domestica, promuovendo il Crime and Victims Act e ideando un metodo di intervento a tutela delle vittime.

Nel 2007 è stata nominata Procuratore generale per l’Inghilterra, il Galles e avvocato generale per l’Irlanda del Nord. Nel 2005 ha fondato la Corporate Alliance Against Domestic Violence e nel 2011 la Global Foundation for the Elimination of Domestic Violence. Da trent’anni perora dunque la causa della lotta alla violenza domestica. Ha ottenuto molti riconoscimenti per i risultati ottenuti, tra cui la nomina di “Peer of the Year” da parte dell’House Magazine e di Channel 4, e di “Parlamentare dell’anno” secondo lo Spectator e la Political Studies Association.

È co-fondatrice dell’iniziativa Peace One Day e della relativa Reducing Domestic Violence Coalition a cui aderiscono molte organizzazioni di ogni parte del mondo.

Nel 2013 il Global Peace Index, redatto dall’associazione internazionale Vision of Humanity, ha riconosciuto che il metodo contro la violenza domestica tematizzato da Scotland è stato uno degli interventi che hanno contribuito ad accrescere i livelli di pace, grazie alla riduzione del numero di morti e di vittime, che è stato uno dei maggiori risultati conseguiti dal progetto.